Fermento nel Sud

In Fermento di luglio (Trouble in July, 1940) Caldwell esprime umori e rappresenta azioni di una comunità retrograda e violenta, ossessionata dal timore di perdere il potere residuo a causa della crescita economica della gente di colore.

Il libro rivela l’assurdità di un sistema in cui i poteri sono soggetti all’approvazione popolare, tanto da spingere uno sceriffo all’inazione, perché teme di perdere il suo lavoro opponendosi alla ferocia dei coloni bianchi.

Il romanzo inizia in modo dimesso, ma cresce con il procedere della storia, con un finale imprevisto e sconvolgente. I personaggi sono ben definiti, seppure un po’ sgrossati con l’accetta e prevedibili per le loro motivazioni concrete ed elementari. La ferocia e l’opportunismo appaiono dominanti, almeno fino a quando un barlume di umanità comincia a svilupparsi nella mente semplice dello sceriffo Jeff McCurtain, tanto da spingerlo ad auspicare la fine del linciaggio dei negri nella sua terra.

Tra i tanti libri che raccontano la difficile convivenza tra bianchi e neri nel sud degli Stati Uniti e la tragedia dei linciaggi, Fermento di luglio è uno dei più efficaci e immediati. Il tema era già stato affrontato da Faulkner, che però lo inserisce come elemento importante, ma non preminente, nella sua visione pessimistica dell’esistenza e della giustizia umana. Caldwell invece lo utilizza come cardine della vicenda, trasformando il suo romanzo in un libro di denuncia, tra i migliori del Novecento.

Lo stile è semplice e diretto, privo di barocchismi letterari, ma non di momenti di chiara liricità. Si capisce come Caldwell sia stato uno degli autori americani più letti, proprio in quanto accessibile a un vasto pubblico, che apprezzava il suo realismo e la drammaticità delle sue storie.

Fermento di luglio è il terzo e ultimo volume del ciclo del Sud, comprendente i romanzi La via del tabacco e Il piccolo campo.

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