La vita davanti a sé

Libro interessante La vita davanti a sé, di Romain Gary: abile mescolanza di patetico e di grottesco, per una storia che è quasi un romanzo di formazione, in cui il livello emozionale del discorso, pur mantenendo la sua efficacia retorica, si mimetizza dietro un linguaggio volutamente limitato e impreciso, coerente con le condizioni socioculturali del personaggio narratore. La vicenda è stata raccontata anche in un film rilevante del 1977, diretto da Moshé Mizrahi e interpretato mirabilmente da Simone Signoret, e in un remake in cui la figura della vecchia prostituta ebrea che alleva come un figlio il piccolo Momo ha l’aspetto, non proprio adeguato, di Sofia Loren. L’intreccio è in realtà molto semplice: una storia di affetto e di vita ai margini della civile società europea, ricca di curiosi personaggi e di buoni sentimenti, scritta da un autore, a sua volta, degno di nota per le sue origini e per la sua storia personale.

Roman Cacew, nato a Vilnius, in Lituania nel 1914 e morto a Parigi nel 1980, era un ebreo dell’Est, trasferitosi in Francia con la madre. Dal 1940 combattè come aviatore nella resistenza francese e, dopo la guerra, divenne console di Francia a Los Angeles, Si sposò due volte, la prima con la scrittrice Lesley Blanch, la seconda con l’attrice Jean Seberg. Come scrittore, usò vari pseudonimi, e vinse due volte il Prix Goncourt, col nome di Romain Gary e con quello di Émile Ajar, figura da lui stesso creata e interpretata dal nipote Paul Pavlovitch. Un anno dopo la morte, in circostanze non chiare, di Jean Seberg, anche Gary-Cacew-Ajar si uccise con un colpo di pistola, dopo aver rivelato, con una lettera, di essere lui il vero autore di La vita davanti a sé, romanzo con cui aveva vinto il Goncourt con il nome di Ajar.

Tra le sue tante attività vi fu anche quella di regista. Diresse infatti due pellicole con scarso successo. Una di queste fu Gli uccelli vanno a morire in Perù, tratta dal suo omonimo romanzo. La storia, torbida e complessa, si fa notare soprattutto per l’interpretazione dell’affascinante e tormentata Jean Seberg. Il libro è stato pubblicato da Neri Pozza ed è sicuramente da riconsiderare, come del resto il film, che mi piacerebbe rivedere, prima o poi.

Leave a comment